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1/6   Quadrino, Silvana
Il professionista sanitario e la comunicazione : storia di un amore difficile / Silvana Quadrino. - In Janus
. - A.6, n.23 (autunno 2006), p. 33-37
Descrizione: I pregi e i vantaggi della competenza comunicativa in campo sanitario, in quanto capacità di orientare la comunicazione professionale in termini di obiettivi, e possibilità concreta di gestire più agevolmente la relazioneterapeutica tra professionista sanitario e paziente.
Soggetti: Medici - Comunicazione medica - In relazione al rapporto medici / pazienti - Ruolo del counseling sanitario | Psicologia medica

Lingua: ITA italiano | Tipo: AS 100 Analitico di periodico | Database: EC | Codice: E000500004291 | MFN: 012564


2/6   Defanti, Carlo Alberto
L'accanimento terapeutico / Carlo Alberto Delfanti. - In Janus
. - A.7, n.25 (primavera 2007), p. 103-108
Descrizione: Il concetto di accanimento terapeutico è connotato da ambiguità che lo rendono spesso vago e di scarsa efficacia operativa, nonostante i tentativi che sono stati fatti nel tempo per darne una più rigorosa e univoca definizione.L'autore offre alcune riflessioni in merito, attraverso l'illustrazione di casi concreti atti a far meglio comprendere quale tipo di comportamenti sanitari potrebbero rientrare in tale categoria. Propone di parlare di appropriatezza o inappropriatezza diun intervento, in quanto caratteristiche che dovrebbero poter essere definite in termini tanto oggettivi quanto soggettivi, ove l'elemento soggettivo (grado di accettabilità di quel trattamento per quel paziente) dovrebbe sempre prevalere sull'altro.
Soggetti: Medici - Accanimento terapeutico - Aspetti etici e bioetici | Etica medica - Aspetti bioetici | Bioetica

Lingua: ITA italiano | Tipo: AS 100 Analitico di periodico | Database: EC | Codice: E000500004553 | MFN: 012796


3/6   Cambieri, Andrea
Ammalarsi di ospedale : un rischio riducibile / Andrea Cambieri. - In Janus
. - A. 5, n.17 (primavera 2005), p. 102-108
Descrizione: L'errore ospedaliero è un evento avverso, che nasce da un difetto a livello della catena organizzativa che gestisce il paziente, anche a livello di carente o inefficace comunicazione tra operatori sanitari. Negli ultimi anni, inItalia, il rischio sanitario è stato affrontato a livello di governo clinico attraverso l'impiego di metodologie mutuate dai contesti anglosassoni, il Risk assessment e il Risk management, un complesso di analisi dei rischi e di predisposizione di misurepreventive. Il contributo vuole inquadrare il fenomeno e fornire una illustrazione dei metodi di gestione del rischio, che tendono in modo efficace a ridurre la probabilità che si verifichi un evento avverso, o ad abbatterne la gravità nel caso si siagià verificato
Soggetti: Assistenza socio-sanitaria - Ricovero ospedaliero - Governo clinico - Gestione del rischio clinico ( risk management) | Management sanitario

Lingua: ITA italiano | Tipo: AS 100 Analitico di periodico | Database: EC | Codice: E000500004849 | MFN: 013053


4/6   Sulmasy, Daniel
Direttive anticipate, ieri e oggi / Daniel Sulmasy. - In Janus
. - A.7, n.26 (estate 2007), p. 96-102
L'Autore, francescano e medico del St. Vincent's Hospital-Manhattan e New York Medical College, è intervenuto al convegno "Testamento biologico : le dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari", tenutosi a Roma il 29 e 30 marzo 2007.Sul sito di Janus (www.mhjanus.it) è disponibile la versione integrale dell'intervento.
Descrizione: Il Contributo illustra, attraverso la disamina di alcuni principi etici e l'esempio costituito da due casi concreti di pazienti terminali non coscienti, l'importanza di una legge sulle direttive anticipate che possa garantire latutela della dignità del paziente, nonché il rispetto delle sue decisioni in merito ad interventi sanitari straordinari che abbiano ad oggetto la propria persona.
Soggetti: Malati terminali - Direttive anticipate - Testamento biologico - Aspetti bioetici | Bioetica

Lingua: ITA italiano | Tipo: AS 100 Analitico di periodico | Database: EC | Codice: E000500004918 | MFN: 013115


5/6   Delvecchio, Giacomo
La sempreverde soluzione del placebo / Giacomo Delvecchio. - In Janus
. - A.3, n.11 (autunno 2003), p. 12 - 19
Bibliografia, pp.18-19
Descrizione: Il contributo analizza le complesse caratteristiche e l'impiego del placebo in clinica medica; sostanza inerte, priva di specifiche qualità terapeutiche farmacologiche, il placebo, è sempre più raramente utilizzato dai medici, marisulta ancora tuttavia utile a beneficio del malato. Tale virtù terapeutica rimanda ad una dimensione complessa difficilmente oggettivabile, ad una una sinergia di aspetti non facilmente analizzabili se letti dalla prospettiva della medicina delle provedi efficacia, che non contempla il placebo fra le terapie efficaci che hanno superato il vaglio dell'evidenza epidemiologica. L'Autore analizza le virtù terapeutiche del placebo, inquadrandolo sullo sfondo dei criteri che governano l'iter diagnosticoclinico, di cui illustra la cornice teorica di riferimento, fondata in primis sul criterio causale ex adiuvantibus. La funzione terapeutica del placebo nel processo di cura, è riconducibile ad aspetti relazionali intercorrenti fra medico e paziente,aspettative reciproche rispetto alla malattia e al suo decorso, sfumature psicologiche che coinvolgono anche il livello di sensibilità recettiva del paziente, valenze simboliche che si collegano a ciò che è stato definito potenza endogena di guarigione.Sotto questo profilo, dai contorni sfumati ma reali, anche il ruolo del medico e la qualità del rapporto medico-paziente si configurano tout-court come portatori di valenze terapeutiche soggettive. Esse rimandano, più in generale, alla dimensionerelazionale, simbolica e culturale del processo di cura, come evidenziata anche dalla nuova visione apportata dalle medicine complementari e dalla etnomedicina interculturale.
Soggetti: Medici - Procedimento clinico - Impiego di farmaci placebo - Aspetti psicologici e terapeutici

Lingua: ITA italiano | Tipo: AS 100 Analitico di periodico | Database: EC | Codice: E000500005043 | MFN: 013218


6/6   Saccà, Luigi - Buccelli, Claudio
La guerra delle ortodossie : esiste un uso etico del placebo nei trial clinici? Luigi Saccà, Claudio Buccelli. - In Janus
. - A.3, n.11 (autunno 2003), p. 41- 50
Bibliografia, pp.49-50
Descrizione: L'impiego del placebo piuttosto del farmaco attivo già disponibile e di provata efficacia, nel campo della ricerca e sperimentazione di nuovi farmaci, nell'ambito di trial clinici randomizzati a doppio cieco con gruppo dicontrollo, dovrebbe rispondere a criteri di validità scientifica e accettabilità etica, nel rispetto totale dell'essere umano, della sua salute e dei diritti dell'individuo-paziente, come sancito dalla Dichiarazione di Helsinki. L'assenza di preciselinee guida dedicate a tale settore e la compresenza di due ortodossie di pensiero che governano la prassi operativa in tale settore, nonché l'intrecciarsi di vari interessi scientifico/collettivi e la pressione di interessi attuata anche dall'industriadel farmaco, si risolvono in differenti prassi operative, talvolta discutibili tanto sul piano scientifico quanto sul piano etico. Questo avviene sopratutto per quanto riguarda l'attuazione di trial clinici nei Paesi in via di sviluppo ove, per esempio,sono realizzati disegni con gruppi di controllo con placebo, anche per patologie quali le infezioni da HIV che già dispongono di trattamenti di relativa efficacia, per quanto logisticamente ed economicamente non accessibili a tali Paesi. Le disposizionidella Word Medical Association (WMA), nella versione Edimburgo 2000 della Dichiarazione di Helsinki, sono state integralmente modificate attraverso una nota all'articolo C.29, nota emessa nel corso dell'anno successivo, a seguito di pressioni della Foodand Drug Administration americana e dell'industria del farmaco. Tale nuova nota appare però in contraddizione antitetica rispetto ai principi fondamentali della Dichiarazione stessa, come espressi nell'articolo A.5., che mira ad affermare la prevalenzadelle considerazioni legate al benessere dell'individuo rispetto agli interessi della scienza e della società. Gli Autori, sulla base di un'autorevole competenza in materia, articolano il contributo illustrando: i principi, gli obiettivi e leproblematiche metodologiche, a livello scientifico, del trial randomizzato a doppio cieco controllato con placebo o con controllo attivo (in questo caso nelle due tipologie: trial di superiorità, trial di non inferiorità); le implicazioni e le ricadutesul piano etico; le indicazioni della WMA e le risposte a livello internazionale; alcune riflessioni miranti a fare chiarezza teorica e operativa, sul piano scientifico ed etico. Sul piano etico gli autori propongono infine una soluzione etica fondatasul concetto, recentemente introdotto nella letteratura bioetica, del subject indifference, da parte del paziente. Solo il paziente della sperimentazione potrebbe validarla sul piano etico, se, assolutamente informato delle finalità e dei rischi dellastessa, decidesse di omettere temporaneamente una terapia disponibile con l'assenso all'eventualità del placebo, abdicando ai propri interessi al fine di favorire quelli più vasti della collettività scientifica e della società.
Soggetti: Medici - Sperimentazione clinica - Trial clinici - Impiego di farmaci placebo - Aspetti bioetici | Etica medica - Aspetti bioetici

Lingua: ITA italiano | Tipo: AS 100 Analitico di periodico | Database: EC | Codice: E000500005044 | MFN: 013219


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